San Ginesio
Sullo sfondo azzurro dei Monti Sibillini si erge l'ampio colle che ospita l'aristocratico centro storico della antica città di San Ginesio.
San Ginesio fronteggia la quinta suggestiva dei Monti Azzurri e allunga lo sguardo allo sperone del Monte Conero che sprofonda nel mare. Tra San Ginesio e la lunga linea azzurra del Mare Adriatico si snoda una complicata teoria di colline, campi, cocuzzoli, paesaggi spettinati ed intensi, tipici della fisionomia della Regione Marche.
L'attrazione tra il mare e il monte, la dedizione alla sana economia rurale e all'impegno intellettuale rappresentano ancora oggi la dicotomia dipanatasi nel luogo lungo i secoli per generazioni.
La storia di questa Terra viene narrata in diversi libri da diversi autori in diversi secoli, a partire dal Cinquecento. Due fattori accomunano queste narrazioni, l'esaltazione delle peculiarità ambientali e la sottolineatura della vivacità civile. La descrizione dell'amenità singolare del luogo, della feracità delle terre, della purezza delle acque, della salubrità dell'aria si accompagna e si incrocia con l'annotazione circa la fierezza dei cittadini che, molto spesso, si tramuta da virtù in ribellione.
L'atmosfera di questo luogo è tessuta in una magica alchimia di contrasti, al pari dei Monti che lo custodiscono da vicino. Quei Monti che sono stati ultimo rifugio del paganesimo rappresentato dal mito della Sibilla e primo ricovero del nuovo cristianesimo incarnato nella predicazione di S. Francesco di Assisi.
San Ginesio è tutto questo. San Ginesio è testimonianza vivente di sacro e di profano, di devozione e di teatro, di ortodossia e di eresia, di vocazione aristocratica e di fierezza popolana, di iniziativa e di indolenza.
Probabilmente non è un caso che la città sia intitolata al santo patrono degli attori, appunto san Ginesio.
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